Massimo Bisotti
Amo la gente che si ama, che sa amarsi. Ha un vestito migliore cucito addosso con l’ago dell’anima.
E lo regala, senza guardare la misura.
Perché l’amore non si prova, si indossa direttamente.
Il 10 febbraio 1890 nasceva Boris Pasternak
Oh come si desidera a volte poter scappare dall’insulsa monotonia dell’umana eloquenza, dalle frasi sublimi, per cercare rifugio nella natura, apparentemente così silenziosa, oppure nel mutismo di fatiche lunghe ed estenuanti, del sonno profondo, di musica vera o dell’umana comprensione zittita dall’emozione.
Il dottor Zivago
Il 6 febbraio 1945 nasceva Bob Marley
Io non cancello nulla in questa mia vita.
Ogni cosa, ogni minima cosa, mi ha reso quel che sono adesso.
Le cose belle mi hanno insegnato ad amare la vita. Le cose brutte, a saperla vivere.
Bob Marley
Jacques Prevert
Il 4 febbraio 1900 nasceva Jacques Prevert, voglio ricordarlo con questa poesia, meno famosa di altre, ma quanto mai attuale.
Verso la fine di un discorso estremamente importante
il grande statista incespicando
davanti al vuoto di una bella frase
ci casca dentro
e smarrito con la bocca spalancata
ansimante
mostra i denti
e la carie dentaria dei suoi pacifici ragionamenti
mette a nudo il nervo della guerra
la delicata questione di denaro.
Roberto Juarroz
Si deve cadere e non si può scegliere dove
Ma c’è una forma del vento nei capelli,
una pausa del colpo,
un certo angolo del braccio
che possiamo piegare mentre cadiamo.
È soltanto l’estremo di un segno,
la punta impreveduta di un pensiero
Ma basta ad evitare il fondo avaro di alcune mani
e la miseria azzurra di un Dio deserto
Si tratta di piegare un po’ di più una virgola
in un testo che non possiamo correggere
Jean-Paul Sartre
I libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità.
Marilena Dattis
Si diventa madre dal primo istante,
sin da quell’inavvertibile mutamento
che ti procura ansia e gioia infinita.
Madre, già lo senti quel tenero scompiglio che nasce da te ma non è te,
che cresce in te, ma sarà diverso da te.
Essere madre non nasce e finisce con il primo vagito,
quell’urlo alla vita, che ti inonda di paura e commozione.
Essere madre è un divenire, una metamorfosi continua,
l’evoluzione verso una nuova vita;
è un continuo procedere verso un infinito mutamento,
è un’acrobazia per ogni cambiamento.
Essere madre è una prova continua di innumerevoli fallimenti,
è l’ascolto di ogni turbamento.
Essere madre di una madre,
è due volte più arduo e complicato,
è il timore di un grido inascoltato,
di un errore non voluto,
di un sguardo indecifrato.
Essere madre è un dubbio e una certezza,
è quella delicata carezza che ti sfiora e ti rincuora,
ogni volta
che la paura di sbagliare
prepotente riaffiora.
Dipinto Summer’s Ease di Richard S Johnson
KÒSTAS STERGHIÒPULOS
IN QUESTO MOMENTO…
In questo momento non chiedere
com’è apparsa questa commozione,
così improvvisa, così frettolosa,
così fugace.
Non c’è mente che lo pensi:
è percezione e silenzio.
Attimo è che non fai in tempo
a dirgli: «Fermati, sei bello!».
(Non è morta, non è morta ancora l’anima mia,
se ancora la sento lacrimare).
Fernando Pessoa
Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.