Ho ritrovato il libretto di istruzioni per l’uso della vita tra le nuvoli più soffici del mio cassetto … mille pensieri e un numero crescente di fate, oltre il giardino. Ero nato su un letto di emozioni con quel dono d’infinita pace in mano ma non so come e per colpa di chi l’avevo perso … In ogni pagina dorata nulla di diverso, le stesse , identiche parole: “Non allentar mai la corda, non c’è nulla che pesa e vale ricorda … la vita è uno stato mentale “.
Sorridi donna sorridi sempre alla vita anche se lei non ti sorride. Sorridi agli amori finiti sorridi ai tuoi dolori sorridi comunque. Il tuo sorriso sarà luce per il tuo cammino faro per naviganti sperduti. Il tuo sorriso sarà: un bacio di mamma un battito d’ali un raggio di sole per tutti. Alda Merini
La vita non è uno scherzo. Prendila sul serio come fa lo scoiattolo, ad esempio, senza aspettarti nulla dal di fuori o nell’al di là. Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo. Prendila sul serio ma sul serio a tal punto che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate, o dentro un laboratorio col camice bianco e grandi occhiali, tu muoia affinché vivano gli uomini gli uomini di cui non conoscerai la faccia, e morrai sapendo che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio ma sul serio a tal punto che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi non perché restino ai tuoi figli ma perché non crederai alla morte pur temendola, e la vita peserà di più sulla bilancia.
Inutile forse dire che la durata non nasce dalle catastrofi di ogni giorno, dal ripetersi delle contrarietà, dal riaccendersi di nuovi conflitti, dal conteggio delle vittime. Il treno in ritardo come al solito, l’auto che di nuovo ti schizza addosso lo sporco di una pozzanghera, il vigile che col dito ti fa cenno dall’altro lato della strada, uno con i baffi (non quello ben rasato di ieri), la morchella che ogni anno rispunta in un angolo diverso nel folto del giardino, il cane del vicino che ogni mattina ti ringhia contro, i geloni dei bambini che ogni inverno tornano a pizzicare, quel sogno terrorizzante sempre uguale di perdere la donna amata, l’eterno nostro sentirci improvvisamente estranei fra un respiro e l’altro, lo squallore del ritorno nel tuo paese dopo i tuoi viaggi di esplorazione del mondo, quelle miriadi di morti anticipate di notte prima del canto degli uccelli, ogni giorno la radio che racconta un attentato, ogni giorno uno scolaro investito, ogni giorno gli sguardi cattivi dello sconosciuto: è vero che tutto questo non passa – non passerà mai, non finirà mai –, ma non ha la forza della durata, non emana il calore della durata, non dà il conforto della durata.
[…]
Il canto della durata è una poesia d’amore. Parla di un amore al primo sguardo seguito da numerosi altri primi sguardi. E questo amore ha la sua durata non in qualche atto, ma piuttosto in un prima e in un dopo, dove per il diverso senso del tempo di quando si ama, il prima era anche un dopo e il dopo anche un prima. Ci eravamo già uniti prima di esserci uniti, continuavamo ad unirci dopo esserci uniti giacendo così per anni fianco a fianco, il respiro nel respiro uno accanto all’altra. I tuoi capelli bruni si coloravano di rosso e diventavano biondi. Le tue cicatrici si moltiplicavano e diventavano poi introvabili. La tua voce tremava, si fece ferma, sussurrava, trasaliva, si volgeva in una cantilena, era l’unico suono nella notte del mondo, taceva al mio fianco. I tuoi capelli lisci diventarono ricci, i tuoi occhi chiari diventarono scuri, i tuoi denti grandi si fecero piccoli. Sulle tue labbra tese apparve un disegno fine e delicato, sul mento sempre liscio scoprii al tatto una fossetta che prima non c’era e i nostri corpi invece di farsi male a vicenda diventavano giocando uno solo, mentre sulla parete della stanza alla luce dei lampioni si muovevano le ombre dei cespugli dei giardini d’Europa, le ombre degli alberi d’America, le ombre degli uccelli notturni di ogni dove.
Se saprai starmi vicino, e potremo essere diversi, se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre si sovrappongano, se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo e non il ricordo di come eravamo, se sapremo darci l’un l’altro senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia…
Allora sarà amore e non sarà stato vano aspettarsi tanto.